Insieme di elementi filamentosi, dotati di ramificazioni, più o meno addensati, costituenti il corpo di un fungo.
Conidio prodotto da cellule conidiogene talliche.
Capacità di un farmaco a resistere al dilavamento o ad altre azioni fisiche.
Sostanza che impartisce al fitofarmaco diverse proprietà: bagnabilità, capacità a penetrare, dispersione delle particelle solide, emulsione dei grassi.
Dicesi di microrganismo che ha il suo optimum di crescita attorno ai 40°C.
Pratica atta a denaturare una particella virale attraverso l’uso del calore. Utilizzata anche per funghi e batteri.
Alterazione di organi fogliari o fruttiferi caratterizzata da tacche nerastre profonde, irregolari, con lacerazione di tessuti.
Capacità della pianta di tollerare la presenza di un patogeno senza riportarne danno, o di subire danni limitati.
Dose di fitofarmaco tollerata da un individuo. Viene calcolata in funzione della quantità media giornaliera di cibo assunto e del peso corporeo.
Capacità di un fitofarmaco di causare danno ad un microrganismo.
Stato in base al quale ad ogni incremento della concentrazione dell’elemento corrisponde un decremento della produzione.
Tossicità nella quale ogni dose di farmaco è potenzialmente nociva, poiché induce un effetto irreversibile.
Tossicità che deriva dall’accumulo del prodotto tossico nell’organismo umano.
Dicesi di fitofarmaco o di altro prodotto nocivo all’ambiente o ad una entità vivente.
Tipo di trasmissione di una entità virale tramite contatto tra due superfici di organi infetti.
Trasmissione propria dei virus non persistenti.
Trasmissione propria dei virus persistenti. Può essere circolativa (o non-propagativa) allorchè una entità virale penetra nel corpo del vettore fino alle ghiandole salivari, dalle quali verrà inoculata con la saliva in una pianta ospite. Può essere propagativa allorchè una entità virale, oltre a penetrare e traslocare nel corpo di un vettore, è capace di moltiplicarsi nello stesso.
Propria dei virus propagativi capaci di essere trasmessi alla prole attraverso l’uovo.
Alterazione della patata consistente nella emissione di tuberi molto piccoli, generalmente all’aoice del germoglio.
Prima emissione miceliare di un conidio/spora.